Tanti anni fa mi chiesero se potevo andare a fare un trattamento ad una donna centenaria che viveva sola nel suo appartamento. Mi chiesi subito in che modo avrei potuto aiutarla ma decisi per il sì, non sapendo che grande lezione di vita mi stava aspettando. Suonai alla porta dell'anziana signora e mi aprì una donna scattante e molto più giovane, la figlia - pensai - con la tuta, scarpe da ginnastica bianche, una maglia a maniche corte e un sorriso aperto.

Mi fece cenno di seguirla ed io, che le stavo dietro a fatica da quanto era scattante, pensai tra me e me "non vorrà lasciarla troppo sola". Mi immaginavo una vecchina curva, magari con le mani piene di artrite, seduta su una sedia accanto alla finestra con la vista sul nostro mare, visto che mi trovavo in un antico palazzo affacciato sul mare. Camminavamo velocemente lungo il corridoio ed entrammo in un salone immenso: mi guardai attorno per trovare la signora centenaria, ma non vidi nessuno. Mi girai verso la "figlia" dell'anziana signora e titubante chiesi:

"Mi scusi, la signora?"

Lavorare a domicilio non mi è mai piaciuto, ho sempre avuto molta paura delle sorprese e quel giorno mi sentivo su "Scherzi a Parte". Non capivo, e dopo un attimo di silenzio imbarazzante la signora mi rispose: "ma sono io la signora!"

Rimasi scioccata: la riguardai dalla testa ai piedi, rividi le sue scarpe da ginnastica, la sua tuta, la t-shirt bianca, il viso allegro, le collane d'oro e notai un sacco di anelli alle dita. Con un filo di voce ripetei: "è lei la signora di cento anni?"

Lei rispose: "certo, chi ti aspettavi?"

Mi fece accomodare ma invece di iniziare il trattamento mi offrì un tè e cominciò a raccontarmi la sua vita attraverso un album di fotografie; mi racconto di come era stata male fino all'età di settant'anni e della decisione presa il giorno del settantesimo compleanno di far uscire la sua vera natura che era quella della viaggiatrice.

Amava viaggiare, conoscere popoli di mondi lontani... Nelle fotografie che lei mi mostrava relative alla sua vita prima dei settant'anni vedevo la nonna della donna che sedeva di fronte a me. Poi prese l'album degli ultimi trent'anni ed eccola, non sembrava neanche una sua lontana parente! Era viva, piena di energia, bella...

Mi è rimasta impressa una foto in cui lei aveva novantacinque anni e ballava con un popolo di neri con i tamburi; era notte e l'unica luce che illuminava era quella della luna. Non ho mai dimenticato quella foto che parlava di libertà!

Quando uscii dall'appartamento ero piacevolmente sconvolta e mi dissi che sarei tornata presto da lei perché mi ero sentita molto in sintonia e anche se non avevo neanche trent'anni non avevo avvertito la differenza d'età. Per me quella fu una grande lezione di vita: avevo capito che l'età non esiste, è solo un numero. Esistiamo solo noi e quello che sentiamo, esiste solo il nostro manifestarsi nel tempo.

Purtroppo la donna morì subito dopo, come se avesse voluto darmi un messaggio prima di andare via. La forza del cambiamento non solo l'aveva ringiovanita, ma le aveva anche permesso di compiere il suo destino.

Riconobbi chiaramente la bellezza della vita che ci chiede di essere vissuta fino alla fine e alla quale non importa affatto la nostra età anagrafica.

L'importante è quello che c'è dentro, la nostra voglia di vivere, la nostra forza interiore. Solo questo è in grado di regalarci attimi indimenticabili.

L'età non conta, la trasformazione e la gioia sono a portata di mano ed è proprio vero che non è mai troppo tardi!

da Tu crea silenzio